Passo dopo passo verso il Monte Torcola

Dalla cima del Monte che ci abbaglia da un lato la Valle Brembana verso Isola Di Fondra e Roncobello e dall'altra verso Piazzatorre e Mezzoldo.

Passo dopo passo verso il Monte Torcola

Il nostro cammino per raggiungere il monte Torcola (m 1783), un 'terrazzo nobile' sulle vette della Val Brembana, prende le mosse da Piazzatorre, in località Piazzo, su una strada agro-silvo-pastorale: dopo una serie di tornanti si arriva in un tratto pianeggiante e poi si riprende la salita. Dopo entrate e uscite dal bosco, eccoci al rifugio Gremei, all'arrivo degli impianti di risalita, inaugurati nel 1952 -quindi i più vecchi della Bergamasca-, con un periodo d'oro fino al 2005, poi un lento declino e la chiusura.
Dopo un ultimo tratto di salita si giunge in cresta, al confine con il comune di Isola di Fondra. Da qui i più esperti possono conquistare anche il Pizzo Badile.


Per gli amati della adrenalina invece, insieme alle Guide MTB Valle Brembana è possibile percorrere tale sentiero in sella ad una ebike, raggiungere il Rifugio Gremei per un coffee break, e da qui proseguire la pedalata raggiungendo la vetta delle Torcole.
 

Un percorso alternativo per le Torcole parte da Piazza Brembana, da dove si prosegue per Mezzoldo e, poco dopo Olmo al Brembo, si devia per Piazzatorre e poi Piazzo, sentiero 121, rifugio Gremei, alle cui porte giunge la seggiovia, che permette, in estate e in inverno, di raggiungere la meta senza troppo sforzo.
E avanti fino alla cima che ci abbaglia con il suo panorama: da un lato la Valle Brembana verso Isola Di Fondra e Roncobello e dall'altra verso Piazzatorre e Mezzoldo. Fa da contraltare a tanta bellezza l'attuale stato di abbandono del rifugio Torcole, per il quale chi ama la montagna sogna una riapertura non lontana.
 
Pensiamo che meriti a questo punto un discorso di approfondimento il paese di Isola di Fondra, il cui comune -come già detto- è confinante con il monte Torcola.  Già noto in età romana per le miniere di rame, ne possedeva di ferro nel 1800, con famose fucine di chiodi. Da qui forse il nome: Fondra da Fonderia.
Frutto dell'unione di due piccole comunità (Fondra e Trabuchello), il paese comprende un tratto di fondovalle percorso dalla strada e dal Brembo e i versanti scoscesi dei monti Torcola, Pietra Quadra e Tre Pizzi.
Fondra è formata da cinque frazioni, posizionate sulle pendici solatie del monte Torcola: Forcella, Foppa, Cornelli, Pusdosso, Via Piana.
 
Da Forcella, secondo la leggenda, veniva il giovanotto che riuscì a conquistare una fanciulla romana e a portarla a Fondra, esaltandone la bellezza, non inferiore a quella della capitale!
In effetti la frazione gode di una bella posizione, su una collina dominante il fiume.
 
Foppa è la frazione più ristrutturata negli ultimi anni. Al XVII secolo risalgono due affreschi murari e al 1500 testimonianze di case, sotto i portici, e la piccola chiesa di Sant'Agata, usata come chiesa parrocchiale durante la peste del 1630.
La ricchezza di Foppa erano le castagne, preziose un tempo nell'alimentazione contadina.  
 
Dal bergamasco 'corna' (=pietra) deriva probabilmente il nome la frazione Cornelli, posizionata sopra le rocce sovrastanti Fondra. Il nucleo è formato da un gruppo di case del 1600, con una fontana nella piccola piazza al centro, caratterizzata da una incudine che apparteneva a un fabbro, il quale qui viveva e lavorava. Dopo la morte del vecchio proprietario, il simbolo è rimasto, quale memoria da non cancellare.
A Cornelli un tempo venivano coltivati segale, granoturco e canapa. Con questa, dopo la filatura, erano realizzate stoffe rustiche.
 
A 1038 metri si trova Pusdosso, la frazione più alta del Comune e la meno popolata: ai 7 residenti si aggiunge una trentina di persone nei fine settimana e d'estate. La popolazione raggiungeva 60 unità negli anni Cinquanta, per ridursi sensibilmente poi per motivi di lavoro, con meta prevalente la Francia e, ancor più, Sesto San Giovanni, di forte attrattiva per le Acciaierie Falck.
Pusdosso presenta una disposizione 'urbanistica' particolare: le case di pietra sono addossate le une alle altre e, più lontane, ci sono le stalle. Proprio l'eccessiva vicinanza delle abitazioni è all'origine dei frequenti e rovinosi incendi che hanno funestato la storia della contrada. Alla fine del 1800, per spegnerne uno, gli abitanti dovettero tagliare il tetto delle case confinanti con quella da cui si era originato il fuoco, tenuto conto anche della mancanza di fontane nella frazione e della necessità di prendere l'acqua a secchi nella valle.
Oggi l'acquedotto c'è, insieme alle fognature e, dal 1975, alla corrente elettrica.
Poiché la strada agro-silvo-pastorale si ferma a Cornelli, Pusdosso è raggiungibile a tutt'oggi solo a piedi e i materiali vari sono trasportati con la teleferica o gli elicotteri, i quali ultimi intervengono pure nelle emergenze sanitarie.
La frazione conta 16 case: due sono occupate tutto l'anno da allevatori di mucche e animali da cortile, mentre le altre prendono vita saltuariamente, ma molto frequentemente, in estate.
La contrada possiede una chiesetta, dedicata ai santi Valentino e Pantaleone.

 

La frazione Via Piana è collocata alle pendici del 'Monte delle Miniere' e conserva gli antichi scavi minerari operati in galleria e a cielo aperto. Il nucleo abitativo si trova a 913 metri sul livello del mare e le prime miniere sono a poche decine di metri dalle case, ma la maggior parte occupa la parte più alta della valle, sopra i 1100 metri.