Ponti per avvicinare, non muri per separare
Un proverbio cinese recita così: 'Purtroppo sono più numerosi gli uomini che costruiscono muri di quelli che costruiscono ponti'. Eppure sono proprio i ponti a unire o riannodare separazioni, ad avvicinare lontananze.
Di ponti sono molto ricche le nostre Valli: alcuni sono antichissimi, altri più recenti.
E poi c’è una sorpresa finale!
Il nostro itinerario è rivolto a qualsiasi turista sia interessato a vedere luoghi nuovi ma anche a conoscerne un po' la storia.
Prendiamo con lui le mosse e facciamo il nostro ingresso in Valle Brembana, partendo dal punto in cui il torrente Imagna si getta nel Brembo: siamo a Ubiale Clanezzo ed ecco il primo ponte del nostro viaggio, piccolo gioiello architettonico di età romana in pietra: è il Ponte di Attone, costituito da una sola elegante arcata e raggiungibile a piedi dal Castello di Clanezzo, attraverso un percorso non toccato dal processo di urbanizzazione.
Secondo la leggenda fu fatto costruire nel X secolo dal conte Attone Leuco per la posizione strategica di accesso e quindi ottima via di comunicazione.
La visita può avere il suo completamento con il ponte che balla sul Brembo.
Proseguendo il nostro viaggio giungiamo al piccolo Ponte del Cappello di età medievale, ad arco o a schiena d'asino, posto all'ingresso della Valle Brembilla, meno conosciuto dei Ponti di Sedrina, ma certo non meno affascinante.
Anche attorno a questo ponte c'è un alone di mistero: ai suoi piedi si può individuare una figura misteriosa, cioè un volto poco rassicurante scolpito nella pietra. Da dove è arrivato e chi raffigura? La mancanza di una risposta ha alimentato la fantasia popolare, che ha dato vita a racconti di paura per i bambini. A qualcuno infatti sembrò di individuare nell'incisione un accenno di criniera e quindi pensò non a un volto di uomo ma alla testa di un leone, simbolo della Repubblica di Venezia, dominante dal 1428 sulla terra bergamasca. Di qui aggiustamenti nella datazione, ma ancor più paura per i bambini...
Rimettiamoci in cammino e giungiamo a San Giovanni Bianco, dove rimaniamo affascinati dalle strutture pedonali del Ponte Vecchio e del Ponte dei Frati, entrambi strettamente collegati agli sviluppi della strada dei mercanti, la Via Mercatorum, di età medievale, che collegava Val Brembana e Val Seriana a Bergamo, sostituita nel '500 dalla Via Priula, opera di alta e quasi avveniristica ingegneria voluta da Alvise Priuli, podestà di Bergamo.
Al suo tempo ipotizzare la costruzione di un ponte a Sedrina era pura follia, ma il geniale Priuli, calando dall'alto sbarre e catene di ferro, fece erigere dei muretti di sostegno per un ponte che collegasse le due sponde del fiume. In seguito vennero innalzati altri quattro ponti. Ed ecco l'orrido di Sedrina, noto, più che per la maestria del Priuli, per le vicende malavitose -probabilmente frutto di fantasia- del brigante Pacì Paciana, salvatosi dalle guardie francesi che lo inseguivano, gettandosi nel Brembo appunto dai ponti di Sedrina.
Il Ponte Vecchio di San Giovanni Bianco ha due arcate e il fondo coperto da ciottoli e lastroni. Pure due archi presenta, a sul del paese, il Ponte dei Frati, ricostruito nel XVII secolo, basandosi sui ruderi di una costruzione antecedente distrutta da una piena del Brembo. Al XX secolo appartengono i ponti della ferrovia e il viadotto dell'odierna statale.
Non possiamo finire il nostro 'andare per ponti', senza parlare della sorpresa finale!
Si tratta del Ponte tibetano di Dossena o Ponte nel Sole, esempio indiscusso di attrattiva turistica, ammirabile da parte di chiunque lo voglia ed eventualmente percorribile da chi possieda coraggio, autocontrollo, desiderio di mettersi alla prova -in poche parole...fegato da vendere.
Il ponte tibetano, inaugurato nell'estate 2022, è il più lungo del mondo: 505 metri di lunghezza e 120 metri di altezza massima dal suolo. E' a pedata discontinua e non ha tiranti laterali; possiede 3,5 km di funi d'acciaio e prevede1200 passi nel vuoto e 40 minuti di percorrenza.
Il Ponte nel Sole è una via aerea che recupera idealmente una parte dell'antica Via Mercatorum, perduta in seguito alla costruzione della strada provinciale che collega Dossena a Serina.
Inoltre offre un punto di vista mozzafiato sui paesaggi incantevoli delle nostre Prealpi, con le vette dei monti Grigna, Gioco e Alben e il fondovalle di San Pellegrino.
La nostra camminata insieme finisce qui, ma altri ponti hanno costruito nel tempo gli abitanti della Valle Brembana: uno bellissimo, di età romana, è stato distrutto a Branzi dall'alluvione del 1987!