Primavera con il FAI in Valle Brembana
Per la 32^ volta, il 23 e il 24 marzo si aprono le Giornate FAI di Primavera, nate nel 1992, il più importante evento di piazza dedicato alle ricchezze storiche, artistiche e culturali che rappresentano un elemento fondamentale nel patrimonio del nostro Paese.
750 in 400 città sono i siti che fanno parte dei beni FAI e anche la nostra provincia vanta un grande numero di paesaggi unici, speciali, da conoscere, ammirare, conservare con rispetto e orgoglio.
Tra questi luoghi traviamo Palazzo Moroni in Città Alta e il Mulino Maurizio Gervasoni di Baresi a Roncobello.
Ecco che, ancora una volta, la nostra amata Valle Brembana regala un suo fiore all'occhiello a chi, locale o no, desidera arricchire le proprie conoscenze e forse scoprire qualcosa che ancora non conosceva.
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Prima di raggiungere questa meta classica, il visitatore può fermarsi a Zogno ed entrare a Palazzo Rimani, sede del Municipio con le sale affrescate da Vincenzo Angelo Orelli, per proseguire fino a una originale casa rustica tipicamente bergamasca, al Museo della Valle, alla parrocchiale di San Lorenzo, alla casa museo Bortolo Belotti, edificio liberty con un parco di circa 5000 metri quadrati.
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Continuando il cammino, eccoci sulla strada che porta a Baresi e al suo Mulino, acquistato dal FAI nel 2005 dalla famiglia Gervasoni, grazie a una donazione di Intesa San Paolo: ciò ne ha consentito il restauro con utilizzo di sabbia e materiali locali. In seguito la comunità locale è subentrata nella gestione dell'edificio che, nel 2003, si era aggiudicato il secondo posto tra i 'Luoghi del Cuore'.
Baresi è una piccola località montana, frazione di Roncobello.
Il suo Mulino è un gioiello di architettura rurale in pietra e memoria storica nelle Prealpi Bergamasche, posto a 830 metri di altitudine in un ambito paesaggistico con caratteristiche di unicità.
La costruzione risale al XVII secolo -più precisamente al 1627- e ancora oggi conserva un torchio per spremere l'olio di noci, un mulino per cereali e alcuni resti di un antico forno per il pane.
L'attività di questo opificio e di altri consimili ha per secoli garantito mezzi di sussistenza a numerose comunità valligiane, cioè farina, pane e olio per l'alimentazione e l'illuminazione.
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L'ingresso dell'edificio è sovrastato da un affresco con una Madonna con Bambino, mentre a destra è raffigurato un albero di noce come simbolo del lavoro del torchio.
Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha posto il suo vincolo sul Mulino in quanto sede di antichi mestieri e tradizioni, e di notevole rilievo storico, etnografico e antropologico: all'età del bronzo risalgono infatti alcune tracce abitative.