PAGLIARI: la memoria nella Pietra.
Frazione risalente al 1600 che dista circa 1 km dal centro, sorge ai margini della strada che porta al Rifugio Calvi e, da qui alle tante varianti della rete sentieristica delle Alpi. Un borgo antico, fra i meglio conservati nella sua architettura rustica, con case edificate in pietra locale a vista e caratteristici tetti in ardesia. D'inverno appare come un unico sasso compatto e scuro, che si distingue sul tappeto immacolato della neve, mentre d'estate si stempera all’interno di un paesaggio più dolce e variegato, dove le lingue verdi dei pascoli e dei prati s’insinuano fra le stradine e i viottoli, dentro i suoi spazi aperti. Luogo di passaggio, dopo l’apertura della Via Priula, verso la fine del '500 di contrabbandieri diretti in Valtellina e nei Grigioni svizzeri, per praticare i loro traffici di piccolo cabotaggio, senza dover passare sotto le forche caudine della dogana veneta di Ca' San Marco. Dentro questo eden ancora intatto, lungo queste vie secondarie di traffici notturni, Pagliari è stata per secoli la “sentinella” dei viandanti, l'ultimo bivacco prima dello strappo finale sui tracciati transorobici.