Il 29 giugno 1890 una catastrofica piena del torrente Stabina e delle valli laterali travolse e distrusse l’antico ponte in pietra a due arcate che univa al centro del paese la zona Ponte, cancellando per sempre le numerose fucine del ferro della zona Pornera, a monte e della zona Ponte, ove da secoli si lavorava il ferro producendo chiodi, azzali e armi e dove si erano raggiunti fino a 220 “zochi” ossia ceppi, indicando i posti di lavoro. Da quel 29 giugno le fucine non si apriranno più e la contrada Ponte rimase isolata.
Il 20 novembre 1891 l’ing. Natale Calvi (1826-1892) di Piazza Brembana, predispose il progetto per la “costruzione di un ponte a travata metallica di ben 6.763 kg., della luce di m 27 ad uso cavalcatorio”. Il 26 gennaio i lavori vennero assegnati dal sindaco Tobia Valcher all’impresa locale Luigi Bagini.
L’opera, in acciaio imbullonato a caldo e predisposta secondo precisi calcoli di resistenza, tensione e dilatazione, ancor oggi ci parla della perizia del grande ingegnere Natale Calvi, che nel 1857 aveva progettato l’ampliamento della chiesa parrocchiale proprio di Cassiglio e che dal 1863 al 1868 in Puglia aveva progettato e diretto la costruzione della rete ferroviaria Bari-Taranto e Bari-Barletta. Questo suo ultimo lavoro e manufatto è un segno significativo in Valle dell’avanzante innovazione tecnologica.
Non compete certo in grandezza con la coeva Tour Eiffel o il grande ponte in acciaio di Paderno, costruiti proprio in quegli anni, ma ci dice che la Rivoluzione Industriale in Italia era giunta anche a Cassiglio, un tempo grande centro per la lavorazione del ferro. L’opera venne collaudata il 30 dicembre 1892 dall’ing. Giacomo Calvetti di Piazza Brembana, quando l’ing. Natale Calvi ci aveva da poco lasciato.