Il bel filare d’ippocastani, che regala una verde frescura alla struscio, risale al 1852, anno in cui anche il comune, e non solo i privati intraprendenti, iniziarono a occuparsi del decoro urbano per la gioia dei villeggianti. Non a caso quattro anni dopo scattò l’obbligo della tassa di soggiorno; del resto il comune fu per anni impegnato a sopperire ai danni delle ripetute alluvioni verificatesi nel corso dell’800. L’edificazione dei portici, ad opera della famiglia Colleoni, avvenne nel 1930, per dare decoro al centro termale sostituendosi alle precedenti baracche in legno. Dello stesso periodo sono le balaustre sul fiume in cemento con gli artistici e tipici candelabri in ghisa, sormontati dalle belle bocce luminose. Al termine del viale sorge il palazzo comunale, il cui attuale aspetto è frutto di due importanti interventi. Il primo restauro, di inizio ‘900, fu dell’arch. Squadrelli (il medesimo di Grand Hotel e Casino’) mentre l’ultimo degli anni ’30 si deve all’arch. Angelini.