Questo singolare affresco, datato 1446 e posto sotto il portico della chiesa di Averara e attualmente non del tutto leggibile, costituisce un esempio assai raro di strumento educativo e formativo adottato nel medioevo ad uso delle comunità locali che non avevano altre forme di conoscenza dei principi religiosi e morali.
La pittura è a livello artigianale, ma la Torre ha un’indubbia importanza ai fini della storia religiosa della valle: si tratta di una sorta di catechismo, impartito tramite brevi massime ed esortazioni in latino (onora gli anziani, sii sobrio, respingi la lussuria, ecc.), scritte sui mattoni che compongono la torre.
In un’epoca in cui carestie, pestilenze e violenze erano costantemente in agguato, l’unica speranza era quella cristiana e il popolo analfabeta si accostava alla pittura come alla “bibbia dei poveri”, raccontata e spiegata attraverso le figure e gli episodi della vita di Cristo, della Madonna e dei Santi.
Sotto il porticato i fedeli si affollavano incuriositi dalla novità di quell’insolito affresco costituito da una serie di colonne, capitelli, mattoni, guglie, caselle: un labirinto di parole in latino, che componevano il disegno della Torre e che accompagnavano i fedeli verso i livelli più elevati della vita cristiana.